mercoledì 25 ottobre 2023

Zeus, il dio supremo lassù sull'Olimpo, ce l'aveva davvero a morte con Prometeo, e gli aveva già dato una punizione bella pesante. Anche se in fondo il povero Titano che aveva fatto poi di male? Aveva solo cercato di fare il bene all'umanità, donando ad essa il fuoco e altre cose utili (il fuoco poi era il top del top; troppo prezioso per darlo via così). Ma sembrava che l'ira del Dio dei fulmini, come un vulcano in eruzione, ancora non si fosse calmata e che egli non fosse affatto contento del progresso degli uomini, così decise di mettere in atto una mossa successiva. Zeus, da vero artista dell'ira divina, creò dunque una donna, anzi la prima donna, chiamata Pandora. 

E non la creò per essere l'ultima ruota del carro, no! Essa doveva essere la croce e la delizia dell'uomo, desiderata e detestata, amata e odiata allo stesso tempo. In realtà Zeus fu l'ideatore o il progettista della nuova creatura, perché poi ordinò a Efesto, il dio del fuoco e della metallurgia, di realizzare materialmente una donna che fosse bella e affascinante. Ed Efesto creò appunto Pandora, la prima donna.

Tutti gli dei decisero di fare il regalo più bello a Pandora come si fa nei compleanni. Afrodite le donò una bellezza spaziale (niente male, eh?), Ermes le incartò la persuasione nel pacchetto, e Apollo, il Dio della musica, la baciò con il talento musicale. 

Il nome "Pandora" in realtà significa "il dono di tutti" o forse "colei che ha tutti i doni". Ma, badate bene, c'era un trucco. Zeus l'aveva creata per essere incredibilmente curiosa, quasi un gatto in una scatola di cartone. E come si sa, la curiosità può portare a situazioni molto interessanti, specialmente in una storia mitologica. Quindi, preparatevi perché la storia di Pandora ha appena preso una svolta davvero intrigante!

Gli dei decisero quindi di mandare Pandora giù sulla Terra e la consegnarono al povero Epimeteo. Il ragazzo aveva preso una sbandata totale per questa nuova donna e ne era completamente preso tanto da volerla come moglie, anche se suo fratello Prometeo aveva sparato a zero su di lei, cercando di dargli un avvertimento serio: "Niente regali dagli dei, amico mio." 

...Ehm, sembra che Prometeo sapesse il fatto suo, perché Pandora portava con sé in valigia un altro regalino: un vaso, fabbricato sempre da Efesto (in realtà una giara, detta in greco antico, pyxis), che gli déi le avevano dato, dicendole: "Guarda, tieni questo vaso ma non aprirlo, d'accordo?" Ma Pandora aveva questa maledetta curiosità che le ronzava in testa come una mosca fastidiosa. Non poteva proprio resistere e un bel giorno, chiacchierando con le amiche (sì è vero...poiché era la prima donna sulla terra, non aveva in realtà amiche con cui chiacchierare...ma è una cosa troppo crudele privare una donna delle sue amiche con cui parlare, anche in un racconto mitologico), ella decise di dare un'occhiatina a cosa ci fosse dentro quel vaso, ed ecco che fece  il suo unboxing. Che guaio!

Che mossa sbagliata! Appena Pandora alzò il coperchio, ecco che spuntarono fuori un sacco di brutti ceffi: tutti i guai e i mali che da allora ci perseguitano, incluse la malattia, la morte e la guerra, portando sofferenza e dolore agli umani che iniziarono a vivere in un'età di dolore e miseria.

Povera Pandora! Lei cercò di rimettere a posto il coperchio al più presto, ma ormai la frittata era fatta ed era troppo tardi per rimediare. Pero', c'è sempre un ma... almeno riuscì a tenere dentro una cosa: la speranza! La speranza rappresenta la nostra capacità di superare le difficoltà e trovare la felicità.

La storia del vaso di Pandora contiene tutta una serie di metafore: il vaso rappresenta la natura umana, che è sia buona che malvagia. I mali del mondo rappresentano le nostre tendenze negative, come la guerra, la malattia e la morte. La speranza rappresenta la nostra capacità di superare il negativo e trovare la felicità.

Il mito può essere visto in due modi: in uno più positivo, in cui la speranza resta tra le mani dell'umanità per darci una mano quando le cose si mettono male. Ma se vogliamo dare una sfumatura più negativa, secondo il tono cupo dei miti greci sulla creazione del mondo, possiamo pensare che Pandora abbia aperto il vaso su tutti i guai della natura ma abbia lasciato chiusa la speranza. 

Quindi, sì, violenza, sofferenza, carestia e tutti i problemi che ci tormentano sono là fuori, ma la speranza no. 

Si pone dunque una domanda: è meglio mantenere tutti questi mali nascosti e far finta di niente, per paura delle conseguenze o affrontarli, liberando la speranza che ci incita a vincerli e superarli?

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