mercoledì 25 ottobre 2023

Zeus, il dio supremo lassù sull'Olimpo, ce l'aveva davvero a morte con Prometeo, e gli aveva già dato una punizione bella pesante. Anche se in fondo il povero Titano che aveva fatto poi di male? Aveva solo cercato di fare il bene all'umanità, donando ad essa il fuoco e altre cose utili (il fuoco poi era il top del top; troppo prezioso per darlo via così). Ma sembrava che l'ira del Dio dei fulmini, come un vulcano in eruzione, ancora non si fosse calmata e che egli non fosse affatto contento del progresso degli uomini, così decise di mettere in atto una mossa successiva. Zeus, da vero artista dell'ira divina, creò dunque una donna, anzi la prima donna, chiamata Pandora. 

E non la creò per essere l'ultima ruota del carro, no! Essa doveva essere la croce e la delizia dell'uomo, desiderata e detestata, amata e odiata allo stesso tempo. In realtà Zeus fu l'ideatore o il progettista della nuova creatura, perché poi ordinò a Efesto, il dio del fuoco e della metallurgia, di realizzare materialmente una donna che fosse bella e affascinante. Ed Efesto creò appunto Pandora, la prima donna.

Tutti gli dei decisero di fare il regalo più bello a Pandora come si fa nei compleanni. Afrodite le donò una bellezza spaziale (niente male, eh?), Ermes le incartò la persuasione nel pacchetto, e Apollo, il Dio della musica, la baciò con il talento musicale. 

Il nome "Pandora" in realtà significa "il dono di tutti" o forse "colei che ha tutti i doni". Ma, badate bene, c'era un trucco. Zeus l'aveva creata per essere incredibilmente curiosa, quasi un gatto in una scatola di cartone. E come si sa, la curiosità può portare a situazioni molto interessanti, specialmente in una storia mitologica. Quindi, preparatevi perché la storia di Pandora ha appena preso una svolta davvero intrigante!

Gli dei decisero quindi di mandare Pandora giù sulla Terra e la consegnarono al povero Epimeteo. Il ragazzo aveva preso una sbandata totale per questa nuova donna e ne era completamente preso tanto da volerla come moglie, anche se suo fratello Prometeo aveva sparato a zero su di lei, cercando di dargli un avvertimento serio: "Niente regali dagli dei, amico mio." 

...Ehm, sembra che Prometeo sapesse il fatto suo, perché Pandora portava con sé in valigia un altro regalino: un vaso, fabbricato sempre da Efesto (in realtà una giara, detta in greco antico, pyxis), che gli déi le avevano dato, dicendole: "Guarda, tieni questo vaso ma non aprirlo, d'accordo?" Ma Pandora aveva questa maledetta curiosità che le ronzava in testa come una mosca fastidiosa. Non poteva proprio resistere e un bel giorno, chiacchierando con le amiche (sì è vero...poiché era la prima donna sulla terra, non aveva in realtà amiche con cui chiacchierare...ma è una cosa troppo crudele privare una donna delle sue amiche con cui parlare, anche in un racconto mitologico), ella decise di dare un'occhiatina a cosa ci fosse dentro quel vaso, ed ecco che fece  il suo unboxing. Che guaio!

Che mossa sbagliata! Appena Pandora alzò il coperchio, ecco che spuntarono fuori un sacco di brutti ceffi: tutti i guai e i mali che da allora ci perseguitano, incluse la malattia, la morte e la guerra, portando sofferenza e dolore agli umani che iniziarono a vivere in un'età di dolore e miseria.

Povera Pandora! Lei cercò di rimettere a posto il coperchio al più presto, ma ormai la frittata era fatta ed era troppo tardi per rimediare. Pero', c'è sempre un ma... almeno riuscì a tenere dentro una cosa: la speranza! La speranza rappresenta la nostra capacità di superare le difficoltà e trovare la felicità.

La storia del vaso di Pandora contiene tutta una serie di metafore: il vaso rappresenta la natura umana, che è sia buona che malvagia. I mali del mondo rappresentano le nostre tendenze negative, come la guerra, la malattia e la morte. La speranza rappresenta la nostra capacità di superare il negativo e trovare la felicità.

Il mito può essere visto in due modi: in uno più positivo, in cui la speranza resta tra le mani dell'umanità per darci una mano quando le cose si mettono male. Ma se vogliamo dare una sfumatura più negativa, secondo il tono cupo dei miti greci sulla creazione del mondo, possiamo pensare che Pandora abbia aperto il vaso su tutti i guai della natura ma abbia lasciato chiusa la speranza. 

Quindi, sì, violenza, sofferenza, carestia e tutti i problemi che ci tormentano sono là fuori, ma la speranza no. 

Si pone dunque una domanda: è meglio mantenere tutti questi mali nascosti e far finta di niente, per paura delle conseguenze o affrontarli, liberando la speranza che ci incita a vincerli e superarli?

martedì 24 ottobre 2023

Siamo qui per raccontarvi una storia che coinvolge una delle più grandi star dell'Olimpo, Zeus, il suo fulmine micidiale, e un ribelle chiamato Prometeo, che ha cambiato il corso della storia umana. 

Questo è il racconto dell'epico furto del fuoco e di come l'umanità si è accesa grazie a un po' di ribellione divina. 

E poi Immaginate questa scena epica: il Titanico Prometeo e il suo fratello Epimeteo, chiamato anche il "Signor Ripensamento," incaricati di plasmare la creazione più straordinaria di tutte - gli esseri umani! Quindi, mettetevi comodi, perché questa è una storia che spacca!

L'Arte di Prometeo 

Prometeo era un tipo che aveva una marcia in più. Il suo nome significa "preveggenza," e non aveva paura di giocare a fare il Dio dell'Olimpo. Questo lo rendeva il progettista principale del duo composto da lui e suo fratello. Gli animali che creò erano delle opere d'arte viventi. Gatti agili, leoni maestosi, e koala (ok, forse no, i koala no, non ancora almeno). 

Questi animali camminavano a testa alta, ma guardavano la terra sotto di loro, dall'alto in basso insomma, quasi con superbia.

Gli Esseri Umani - la Suprema Opera d'Arte 

Ma l'opera davvero magistrale di Prometeo doveva ancora venire, perché quando è giunto il momento di creare gli uomini, egli sfoderò il suo capolavoro. 

Gli esseri umani, secondo la mitologia greca, sono stati plasmati da Prometeo per rispecchiare le divinità stesse. E la sua elaborazione fu un'opera d'arte. 

Gli uomini camminavano diritti, come se sfidassero il cielo con il loro sguardo.  Si erano distaccati dalla terra, e la loro nuova postura era simbolo di saggezza, ma anche di ambizione. 

Il Fratello Scombinatore 

Ora, a quanto pare, ogni grande designer ha bisogno del suo opposto, e per Prometeo, c'era Epimeteo. Il nome Epimeteo significa "ripensamento" o "senno di poi", e il suo nome non mente affatto. Era il tipo che agiva d'impulso, e dopo? Be', dopo veniva il rimpianto. 

Un Team Per Tutte le Stagioni 

Insieme, Prometeo e Epimeteo formavano un duo che spaziava dall'intelligenza suprema al divertimento impulsivo. Proprio come quell'unico amico che ha sempre il piano perfetto, ma finisce per fare tutto il contrario. Eppure, questa dinamica ha portato alla creazione di qualcosa di veramente straordinario: l'umanità, con tutti i nostri tratti distintivi. 

 Alla fine, la storia di Prometeo, Epimeteo e la creazione dell'umanità ci ricorda che la diversità è ciò che rende il mondo interessante. Che siate del team Prometeo o del team Epimeteo, ogni aspetto del nostro essere contribuisce a rendere il nostro mondo vario e incredibilmente affascinante.

Il Fuoco proibito

Ma la vera storia ha avuto inizio quando gli dèi decisero di nascondere il fuoco all'umanità nascente. Zeus, signore degli dèi e padrone del fulmine, considerava questo elemento il suo bene più prezioso. Non voleva in nessun modo che l'umanità lo padroneggiasse, temendo che avrebbero potuto superare persino gli dèi stessi con le conoscenze che il fuoco poteva portare.

Prometeo, il ribelle con un piano audace

Ma c'era un uomo, o meglio, un Titano, che aveva un altro piano in mente: Prometeo, sempre lui. Oltre che un grande genio creatore, egli era anche un po' un "Robin Hood" della mitologia schierato dalla parte dell'umanità. Voleva che gli uomini progredissero, e il fuoco era la chiave per farlo. Quindi, decise di rubare il fuoco agli dei e consegnarlo alle creature umane.

Il grande furto celeste

Prometeo compì un atto audace. Salì sulle nuvole, dove il sole brilla più forte, e con una torcia speciale, attinse dal sole stesso la preziosa fiamma. Poi, ripose il fuoco all'interno di un grosso gambo di finocchio. Era come una confezione divina pronta per la consegna. Quindi, tornò di nascosto sulla Terra, portando con sé il dono proibito.

Il Fuoco: fornace di progresso

Grazie al fuoco, gli umani hanno compiuto il salto tecnologico più grande della loro storia. Hanno imparato a cucinare cibi, scaldare le loro abitazioni, creare strumenti e armi di metallo, e persino coniare denaro. Questo fuoco divino ha dato loro un vantaggio incredibile rispetto agli altri animali e ha messo in moto la ruota della civiltà.

L'ira di Zeus e il finocchio gigante

Ma, come prevedibile, la mossa di Prometeo non è passata inosservata. La furia di Zeus si era ormai scatenata. Doveva assolutamente trovare il colpevole e punirlo per il suo atto ribelle.

Prometeo e il Nartece

Il finocchio gigante, dove Prometeo aveva nascosto il fuoco, si diffuse rapidamente in tutta la regione mediterranea. In greco, questa pianta è chiamata "narthex."

La parola "nartece" è interessante, perché deriva appunto dal greco "νάρθηξ" (nárthēx), che significa "bastone" o "flagello." Questa parola è diventata un termine per indicare una struttura tipica delle basiliche bizantine e paleocristiane dei primi secoli del Cristianesimo. Era associato al pentimento e alla punizione dei peccatori. 

Questa parola potrebbe aver tratto ispirazione dal mito di Prometeo, simboleggiando l'atto ribelle del Titano e le conseguenze che portò con sé. 

Prometeo, il Rubafuoco

Zeus, il grande capo degli dei dell'Olimpo, era dunque furioso perché Prometeo aveva osato dare il fuoco all'umanità. E questa, non era forse stata una mossa molto furba. Zeus possedeva il fulmine come arma più potente e non aveva intenzione di condividerlo con gli umani. Il fuoco era come l'energia di quei tempi, un vero e proprio dono divino.

Ma Prometeo era un tipo scaltro, il classico uomo nato con la camicia (o con la clamide, una veste corta greca, nel suo caso). Non solo aveva rubato il fuoco, ma, fingendo di voler riconciliarsi con gli dei, aveva anche ideato un sistema per assicurarsi che gli umani ottenessero la parte migliore del cibo quando offrivano sacrifici alle divinità. Come? Beh, immaginate di spaccare un bue a metà, mettere carne in una pelle, organi interni nell'altra per farla sembrare più grossa, avvolgete le ossa nel grasso saporito e poi fate scegliere a Zeus quale dei due mucchi preferiva. Gli umani si tennero la carne, mentre Zeus si ritrovò con il grasso.

Un Barbecue Divino

Da quel momento in poi, i sacrifici divini furono effettuati bruciando solo le parti migliori dell'animale. Questo approccio era estremamente pratico perché permetteva ai credenti di godersi un buon barbecue mentre adoravano le loro divinità. Pensateci un attimo: una comunità che lotta per soddisfare i bisogni di base non può certo permettersi di bruciare un intero animale.

I Greci erano molto devoti e facevano offerte sacrificali alle loro divinità, come versare vino a terra o macellare e bruciare animali in rituali. Ma, se vi immaginate un'enorme grigliata pubblica con i pezzi migliori dell'animale come parte del rituale, capirete quanto fosse speciale il contributo di Prometeo.

La Vendetta di Zeus

Ovviamente, Zeus non aveva proprio il senso dell'umorismo. A un certo punto, le cose si misero davvero male tra lui e Prometeo. Ecco come è andata.

Quando Zeus catturò Prometeo, lo legò a una roccia sulle montagne del Caucaso. Giorno dopo giorno, un'aquila venne incaricata di strappare il fegato di Prometeo, il quale, per fortuna, ricresceva durante la notte. Un bel modo per rimanere vivo, eh? Mica tanto, perché il supplizio d sentirsi il fegato roso dal volatile si rinnovava giorno dopo giorno.

Eracle e la Redenzione

Le cose cambiarono quando il famoso Eracle, noto come Ercole, si imbatté in Prometeo durante uno dei suoi viaggi. Eracle non era uno a cui piaceva vedere gli altri soffrire, quindi uccise l'aquila e liberò Prometeo. Zeus, forse colto da un raro attacco di buon umore, accettò questa mossa. Prometeo fu liberato ed Eracle ottenne gloria e benedizioni.

E così, finisce la nostra storia. La morale è che con un po' di furbizia e un barbecue ben organizzato si può andare molto lontano. Ma, attenzione, non bisogna giocare con il fuoco, a meno che non si abbia un piano di backup come Prometeo! (anzi, più di uno)

Chiunque abbia avuto anche solo un assaggio della mitologia greca sa che gli dèi dell'Olimpo sono una parte fondamentale di questo ricco universo. Ma cosa rende così speciali questi potenti dèi e come si sono ritrovati sul leggendario Monte Olimpo? Preparatevi, perché questa è una storia degna di un film o di una serie TV di successo.

Sulle Cime dell'Olimpo

La terza generazione di dèi, noti come gli dèi dell'Olimpo, deve il loro nome al luogo in cui decisero di stabilirsi: il maestoso Monte Olimpo. Questa imponente montagna, situata nel nord della Grecia, divenne la residenza principale di questa congrega divina. Perché proprio lì? Perché, era vicina al cielo e avvolta da misteriose nuvole. In pratica, era come la "Penthouse" degli dèi greci (nel senso di "lussuoso attico e non dell'omonima rivista per soli uomini, ovviamente).

Familiare Grazie alla Cultura Pop

Oggi, gli dèi dell'Olimpo sono familiari a molte persone grazie alla cultura pop moderna. Li troviamo in film, libri, giochi e persino nei meme su Internet. Nonostante siano divinità di un'epoca antica, la loro influenza e il loro appeal perdurano attraverso i secoli.

La Genealogia Complessa degli Dei

La generazione degli dèi dell'Olimpo è piuttosto complessa. Sono figli di Rea e Crono, ma c'è un dettaglio interessante come abbiamo visto: Crono aveva l'abitudine di ingoiare i suoi figli neonati. Che bel padre, direte voi! Ma la paura di una profezia che lo vedeva rovesciato da uno dei suoi stessi figli lo aveva portato a compiere questo atto atroce.

Una Scelta Celeste: Il Monte Olimpo

Il Monte Olimpo era più che una semplice montagna per gli antichi greci. Era considerato il centro del mondo, il punto di incontro tra il divino e il terreno. Questa montagna, con la sua vetta spesso avvolta dalle nuvole, era il luogo ideale per gli dèi. Era come il loro quartier generale, da cui potevano governare il destino degli umani e osservare le gesta degli eroi.

Il Furbo Inganno per Salvar Zeus

Ma torniamo a Crono e al suo desiderio di inghiottire i propri figli. Quando Rea partorì Zeus, il suo sesto figlio, decise che era ora di mettere fine a questa follia. Lo nascose su un'isola di Creta e diede a Crono un "regalo", che era in realtà una pietra avvolta in una coperta. Crono, con la sua fame insaziabile per i bambini, ingoiò il tutto senza pensare due volte.

Zeus: Il Ragazzo di Creta

Zeus crebbe sano e salvo a Creta, nascosto dalle grinfie di suo padre. Era come il Clark Kent dell'antica Grecia, solo che invece di salvare il mondo, stava per cambiarne le sorti. Le ninfe di Creta lo nutrivano con il latte di una capra magica di nome Amaltea, e un gruppo di divinità minori noto come i Cureti aveva il compito di proteggerlo. Ogni volta che Zeus piangeva, i Cureti facevano un clamore con spade e lance per coprire il suo pianto.

Il Grande Sgorgo

Con il passare del tempo, Zeus divenne consapevole delle sue origini divine e del fatto che suo padre aveva trangugiato i suoi fratelli e che per poco non inghiottiva pure lui. Non sorprende che non fosse esattamente affezionato a Crono. Quindi, insieme a sua nonna, Gaia (la Terra), escogitò un piano per far vomitare al padre degenere i fratelli. E la prima cosa che uscì dalla pancia fu quella benedetta pietra, il segno che Crono era stato ingannato, e che ora Zeus e i suoi fratelli avevano ritrovato il loro legittimo posto nel mondo.

Gli dèi dell'Olimpo hanno reso la mitologia greca ricca di personaggi affascinanti, intrighi, colpi di scena e avventure epiche. La loro storia ci ricorda che anche gli dèi non sono esenti da conflitti familiari e drammi, proprio come gli esseri umani. E chissà, forse Zeus e compagni continuano a osservarci dall'alto del Monte Olimpo, ancora oggi.

Gli dei olimpici

Dopo la vittoria di Zeus, lui e i suoi fratelli e le sorelle si stabilirono sul Monte Olimpo, diventando gli dei olimpici. Essi erano responsabili del governo del mondo e della protezione dell'umanità.

I principali dei olimpici

I principali dei olimpici erano:

  • Zeus: il re degli dei, dio del cielo e del tuono
  • Era: la moglie di Zeus, dea del matrimonio e della famiglia
  • Poseidone: il fratello di Zeus, dio del mare e dei terremoti
  • Demetra: la sorella di Zeus, dea dell'agricoltura
  • Afrodite: la dea dell'amore e della bellezza
  • Ares: il dio della guerra
  • Apollo: il dio della musica, della poesia e della medicina
  • Artemide: la dea della caccia, della natura e della luna
  • Atena: la dea della saggezza, della guerra e della tessitura
  • Efesto: il dio del fuoco, della metallurgia e della scultura
  • Ermes: il messaggero degli dèi
  • Estia: la dea del focolare e della famiglia
Nel complesso, la terza e la quarta generazione di dèi costituiscono i "12 Olimpi" (anche se alcuni antichi omettono Estia e includono invece Dioniso). 

Gli antichi dei greci costituivano una parte significativa della mitologia greca nel suo complesso, un ricco arazzo di storie e leggende che servivano a spiegare la creazione del mondo e l'origine di vari fenomeni naturali. 

Si riteneva che questi dei e queste dee possedessero poteri straordinari e svolgessero ruoli significativi nel plasmare l'universo e l'esistenza umana. 

I Greci però non si sono mai preoccupati di garantire la coesione interna del loro corpus mitologico, permettendo a narrazioni concorrenti di coesistere pacificamente. Questa mancanza di coesione interna ha permesso una vasta gamma di interpretazioni e di variazioni nei miti, rendendo la mitologia greca una tradizione dinamica e in continua evoluzione.

In questo senso, il mito è diverso dalla scienza. Mentre la scienza cerca di spiegare i fenomeni attraverso prove empiriche e ragionamenti logici, la mitologia si affida alla narrazione e al simbolismo per trasmettere verità più profonde sull'esperienza umana. 

La mitologia greca, con il suo ampio cast di dei, eroi e creature fantastiche, è servita agli antichi greci per esplorare emozioni complesse, dilemmi morali e domande esistenziali, ha fornito un quadro di riferimento per la comprensione del mondo e del posto che l'umanità occupa in esso, offrendo un senso, un significato e uno scopo dell'esistenza, al di là di quello che la scienza da sola potrebbe fornire.

L'importanza sta dunque nella storia che si racconta, non nella correttezza e verità della risposta. La mitologia greca non è solo una raccolta di storie, ma un riflesso della condizione umana. Permette agli individui di approfondire le proprie paure, i desideri e le lotte attraverso le esperienze degli dei e degli eroi. Il potere di questi miti risiede nella loro capacità di risuonare  attraverso il tempo e le culture, ricordandoci che siamo tutti collegati nella nostra umanità comune.

I racconti greci che descrivono l'inizio del mondo concordano tutti su una cosa: non è stata una cosa pacifica. Dalla caotica nascita dell'universo nella Teogonia di Esiodo ai violenti scontri tra dei e titani nell'Iliade di Omero, la mitologia greca dipinge un quadro vivido di una creazione tumultuosa. 

Queste storie non solo riflettono la dura realtà della vita antica, ma servono anche da ammonimento, ricordandoci la natura imprevedibile dell'esistenza e l'importanza della resilienza per affrontare le sfide.

Secondo i Greci, il conflitto non era solo tra gli uomini e gli dei, ma anche tra le stesse divinità. L'obiettivo era quello di ottenere o riprendere il controllo della situazione. 

La storia della creazione, o meglio, dell'origine del cosmo quindi, non solo spiegava le origini del mondo, ma serviva anche a ricordare il potere e l'autorità degli dei sull'umanità. 

Man mano che le divinità più antiche venivano rovesciate dai loro discendenti, si stabiliva per conseguenza un nuovo ordine, che rifletteva la costante evoluzione dell'autorità e del controllo tra queste numi. 

Inoltre, il racconto della cosmogonico evidenziava la natura ciclica dell'esistenza umana, in quanto i mortali dovevano sopportare quasi le sempre le stesse avversità e crudeltà inflitte loro dagli dèi come fossero delle prove, fungendo da ammonimento sulle conseguenze della disobbedienza e della sfida all'autorità divina. 

Tenere conto dell'inizio, dei primordi e dei primi dèi 

La Teogonia ("Nascita degli dei") di Esiodo, vissuto tra la fine dell'VIII e l'inizio del VII secolo a.C. (cioè tra il 700 e il 600 a.C.), è il resoconto più completo dei miti greci sull'origine del cosmo e degli dei giunto fino a noi. 

La Teogonia fornisce una storia completa delle divinità elleniche, a partire dai loro antenati nella sfera primordiale. Approfondisce le battaglie per la supremazia e le guerre combattute dagli stessi dèi, spiegando come essi arrivarono a diventare quelle figure potenti che tutti conoscevano e onoravano. 

Secondo la tradizione, Il padre di Esiodo perse tutto quando la sua nave naufragò e il fratello avrebbe anche tentato di rubargli tutto quello che gli restava dell'eredità. L'atmosfera che aleggia nel suo poema potrebbe essere attribuito a questi due fattori autobiografici.  

Esistono molte versioni diverse del mito greco della cosmogonia, ma quella di cui parliamo in questo capitolo è una delle migliori e più complete.  All'inizio c'è l'anarchia. Il mondo è avvolto dalle tenebre. 

Nella narrazione di Esiodo non si produce nulla; c'è della materia (il Caos), ma essa è informe, disordinata e oscura: una condizione di eterno conflitto e disordine esisteva quindi prima di ogni altra cosa. 

Gli dei e il mondo stesso nascono da questo vuoto. Forse, come dicevamo, le stesse esperienze di vita di Esiodo, fatte di turbolenze e conflitti, hanno influenzato la sua visione dell'inizio del mondo e lo hanno portato a porre l'accento sul caos come punto di partenza. 

E poi, naturalmente, nascono gli dei. Indipendentemente dalla loro origine, appaiono finalmente cinque divinità  e iniziano a imporre ordine al caos, ritagliando luoghi ed epoche distinte da cui possono scaturire le future creazioni. Queste divinità sono:
  • Gaia (la madre Terra)
  • Tartaro (gli inferi). Più tardi sarà Ade (che fa parte di una generazione successiva di dèi) che assumerà il ruolo di dio degli inferi. Il Tartaro rimarrà come nome per indicare la parte più profonda del mondo sotterraneo.
  • Erebo (l'oscurità che ricopre il mondo sotterraneo)
  • Notte (l'oscurità che ricopre la Terra)
  • Eros (amore)
La Notte e l'Erebo si uniscono e generano dei figli: 
  • Hemera (Giorno)
  • Phos (Luce)
  • Un simpatico quintetto: Destino, Morte, Infelicità, Inganno e Discordia
Omicidi, carneficine, conflitti e attività criminali hanno origine dalla discordia. I cieli sono tenuti in alto dalla Terra. 

Queste forze, che affondano le loro radici nella disarmonia, sono un'alterazione dell'ordine e della stabilità globale. Pur essendo malvagie, hanno un ruolo significativo nel determinare il futuro. 

La necessità di un pianeta stabile per sostenere il cielo è una metafora dell'interconnessione degli elementi, che sono essenziali per il sostentamento di tutte le forme di vita. 

Gaia (la Terra) è una divinità femminile e Urano (il cielo) è una divinità maschile. Anche se Gaia e Urano ne sono i genitori, la loro prole non è potente come quella della Notte e di Erebo. Questi ultimi  rappresentano le energie discordanti e dissonanti che coesistono con quelle più armoniose. Anche se appaiono maligne e distruttive, i cambiamenti e le difficoltà che comportano sono ciò che forma il mondo in cui viviamo. 

La loro stessa esistenza dimostra quanto complicata e variabile possa essere la vita umana. Tra i figli della Terra e del Cielo si possono trovare sia mostri che dei. 

Queste storie sono state raccontate almeno dal VII secolo a.C. Le narrazioni venivano raccontate da una generazione all'altra, cambiando e modificandosi man mano che venivano condivise nelle varie comunità. 

Mostri e divinità sono presenti in questi racconti a causa dell'interesse dell'umanità per il soprannaturale e del suo bisogno di fornire spiegazioni ai misteri del mondo. 

È comprensibile dunque che le antiche storie della creazione offrano un'immagine cupa della vita, data la probabile difficoltà dell'epoca.

Prendersi cura della prossima generazione di dei e mostri 

I figli di Gaia e Urano furono una moltitudine: I Titani, i Ciclopi e gli Ecatonchiri. La Terra e i suoi abitanti sono stati influenzati in modo significativo da questi primi rampolli celesti. 

La prole iniziò con una bella banda di mostri: Tifone e Chimera erano tra queste poco raccomandabili pargoletti che hanno poi portato scompiglio nel mondo. 

Tuttavia, gli altri loro fratelli celesti furono anche all'origine di diverse importanti innovazioni. Hanno introdotto l'umanità ai fondamenti dell'agricoltura, della medicina e della costruzione di case e città. 

Per molti versi, hanno aperto la strada al benessere e allo sviluppo umano. Poi, forse dopo aver risolto i problemi, crearono gli dei conosciuti come Titani. Crono e Rea  appartenevano a questa stirpe, ed erano straordinariamente potenti, avendo il controllo su tutto il creato. 

Questi dei erano essenziali per il mantenimento dell'equilibrio cosmico. Tra di loro si svilupparono però dei conflitti che portarono a una lotta per il potere che finì per plasmare il destino degli dèi  stessi e degli esseri umani, anche se il loro dominio non fu privo di ostacoli. 

I Titani sono i figli più importanti di Gaia e Urano e rappresentano la seconda generazione di divinità greche. Essi erano tenuti in grande considerazione perché rappresentavano una fase di transizione nell'ordine divino tra le divinità primordiali e gli dei dell'Olimpo. 

La loro eredità si è trasmessa attraverso le generazioni, anche se non sono durati a lungo, ma hanno aperto la strada a Zeus e ai suoi fratelli, affinché questi ultimi potessero emergere e inaugurare un nuovo periodo della mitologia greca. 

Gli altri ragazzi invece, erano davvero delle bestie: mostri con 100 mani (Ecatonchiri) e 50 teste ciascuno, i primi tre figli di Gaia e Urano erano davvero molto terrificanti. Gli Ecatonchiri erano un gruppo di mostri così potenti che il padre, Urano, li rinchiuse perché aveva paura di loro. 

Il fatto che esistessero entità di tale insondabile potenza e stranezza riflette il carattere complicato e spesso anarchico del pantheon greco. 

Tre giganti, ciascuno con un occhio al centro della fronte, costituiscono invece i Ciclopi. (Sono giganteschi e molto potenti e non devono essere confusi con i giganti che appariranno in seguito).

Nella mitologia greca, i Ciclopi erano molto importanti perché erano gli abili artigiani responsabili della creazione delle saette di Zeus e del tridente di Poseidone. 

Nonostante il loro enorme potere, erano spesso rappresentati come entità gentili, disposte ad aiutare sia gli dei che gli uomini. 

A parte Polifemo, un ciclope, fa la sua comparsa nell'Odissea di Omero. Al posto di queste antiche creature infatti, i ciclopi di quel poema sono gli orribili figli della divinità marina Poseidone.

Arrivano i Titani, l'evoluzione successiva degli dei

Ci sono molti altri figli nati da Urano e Gaia, ma i Titani sono i più conosciuti. Anch'essi sono massicci e formidabili. In questa famiglia ci sono sei maschi e sei femmine:
  • Oceano: Dio del mare
  • Teti: Sorella e moglie di Oceano
  • Iperione: Dio del Sole
  • Theia: Sorella e moglie di Iperione
  • Themis: dea della saggezza
  • Rea: Dea della terra
  • Mnemosyne: dea della memoria
  • Giapeto: titano del ciclo vitale e della mortalità, e il pilastro dell'Ovest.
  • Ceo: il titano dell'intelletto, e il pilastro del Nord.
  • Phoebe: divinità lunare, nonna di Apollo, Artemide ed Ecate
  • Crio: rappresenta il titano delle stelle, e il pilastro del Sud
  • Crono: Il più brillante, il più forte e il più intelligente di tutti.
Gli dei dell'Olimpo più noti, come Zeus e altri, sono nati nella terza generazione di dei, che esploreremo in seguito, quando ci addentreremo negli affascinanti racconti di come Zeus, il potente sovrano del Monte Olimpo, sia emerso come leader degli dei dell'Olimpo. Inoltre, scopriremo le storie avvincenti che riguardano i suoi fratelli e le altre divinità che hanno avuto un ruolo importante nel plasmare la mitologia greca. 

Da notare che la titanessa Teti e la dea del mare Teti, madre dell'eroe Achille, non sono la stessa divinità. Teti era nota per il suo ruolo nella Titanomachia, l'epica battaglia tra i Titani e gli Olimpi. La dea del mare Teti è invece nota per il suo coinvolgimento in varie avventure e per il suo legame con le ninfe del mare. Entrambe le Teti occupano posizioni importanti nella mitologia greca, contribuendo ciascuna a diversi aspetti degli antichi racconti.

Il figlio ribelle e la dolce vendetta di Gaia

Poiché Urano disprezzava ogni singolo Titano, rinchiuse ognuno di essi nel corpo di Gaia non appena fossero nati, quindi in pratica li imprigionò nelle profondità della terra. A causa di ciò, Gaia fu devastata da un dolore inimmaginabile e decise di vendicarsi di Urano. 

Gaia, la madre degli dei, escogitò quindi un piano per ordire la sua vendetta che prevedeva la partecipazione come capo di Crono, il suo figlio più giovane e il primo figlio ribelle della mitologia. Gli altri figli di Gaia e suoi fratelli, erano ancora vivi lì dentro, nel ventre della madre e a Gaia questo ovviamente non piaceva, così arruolò anche gli altri suoi figli, i Ciclopi e i Titani, convincendoli ad aiutarla a vendicarsi di Urano e loro acconsentirono prontamente. 

Essi si unirono per creare armi formidabili e addestrarsi per l'imminente conflitto. Tutti loro, messi insieme, erano più forti di Urano e più determinati che mai a porre fine al suo terribile dominio. Suo figlio Crono, il Titano, attaccò direttamente il proprio padre per conto di Gaia, che, dandogli indicazioni molto precise, aveva realizzato un'enorme falce di selce e gliel'aveva donata. 

Gaia avvertì Crono della potenza di Urano e lo ammonì di procedere con cautela. Sottolineò l'importanza della precisione e del tempo opportuno, dicendo a Crono di attaccare Urano quando egli fosse stato più vulnerabile. Con l'aiuto di Gaia dunque e armato della falce, Crono provò un rinnovato senso di determinazione e si preparò al conflitto decisivo che avrebbe determinato il destino del cosmo.

Urano, la volta successiva che giacqe a letto con Gaia, ebbe una brutta sorpresa. Usando la falce, Crono (che era ancora dentro Gaia) recise i genitali del padre e li scagliò nell'oceano. I genitali tagliati di Urano affondarono sul fondo del mare, creando una densa schiuma che risalì in superficie mentre lui si contorceva in agonia. Dalla schiuma del mare emerse Afrodite, la dea dell'amore e della bellezza. 

Questa sequenza imprevista di eventi portò nel mondo la personificazione dell'amore e della bellezza, modificando in modo permanente la traiettoria della mitologia. Altre creature, come i Giganti e le Furie, nacquero anche esse dal sangue versato di Urano.

Il racconto greco della nascita di Afrodite dalla schiuma del mare rappresenta la potenza e l'influenza dell'amore. La sua apparizione infuse al pianeta un'attrazione magica che affascinava sia gli immortali che gli umani. 

I Giganti e le Erinni sono entrambi nati dalla stirpe divina, a dimostrazione dell'ampia varietà di entità che si possono trovare nella mitologia greca. 

Afrodite, la dea dell'amore, nacque, come abbiamo già detto, dal mare spumeggiante, quando i genitali di Urano vi caddero dentro. Il suo nome infatti, si traduce letteralmente in "dono della schiuma del mare". Divenne nota anche come Afrodite Ciprigna quando andò alla deriva per qualche tempo in mare e alla fine si arenò sulla costa di Cipro.

Ciò che differenzia Afrodite dalle altre divinità è proprio questa sua affascinante e insolita storia: l'esser nata dalla schiuma dell'oceano. Questo evento è una metafora della forza e della bellezza del mare, che sottolinea ulteriormente lo status di Afrodite come dea dell'amore e del desiderio ed è strano che essa sia nata come vittima di un atto di violenza domestica.

Secondo Esiodo, Eros sarebbe una divinità precedente ad Afrodite ed costituirebbe una dio a sé stante. I racconti greci successivi, tuttavia, ritraggono Eros come un giovane uomo e figlio proprio di Afrodite. 

Un'altra apparente contraddizione nella mitologia greca vede Afrodite figlia di Dione e del titano Oceano. Anche se Esiodo non lo dice esplicitamente, la disputa matrimoniale tra Gaia e Urano è probabilmente l'ispirazione per altre storie in cui è il Titano Atlante a fungere da reggitore del cielo anziché la Terra.

Cronos e Rhea, regrediscono al livello dei loro genitori.

Come abbiamo visto, Crono si dichiarò sovrano del cielo dopo evirato suo padre, Urano. Tuttavia, Crono poi divorò tutti i suoi figli appena nati per paura che un giorno potessero rovesciarlo come egli aveva fatto con suo padre. 

Il figlio minore di Zeus fu salvato dalla sorella-moglie Rea, che lo nascose sull'isola di Creta. Rea, infatti, non poteva sopportare il dolore della perdita dei suoi figli, divorati da Crono per garantire il suo dominio e la propria sicurezza.

Essa dunque, come già aveva fatto Gaia, sfidò Crono e lo fece con un inganno: facendogli passare una pietra, travestita da bimbo in fasce, per il loro figlio minore Zeus, che protesse quindi dal famelico appetito del mostro. 

Tutto si ripete: Crono, come suo padre, non voleva che i suoi figli sopravvivessero: era stato infatti avvertito che uno di essi avrebbe finito per rovesciarlo, e non aveva intenzione di lasciare che ciò accadesse. Così, ogni volta che Rea partoriva, egli divorava il neonato per intero. 

La storia di Rea è come quella di Gaia e rivela quanto fosse seria la minaccia della crudeltà di Crono e di Urano nei confronti dei loro figli. 

La disperazione e l'angoscia di Rea aumentavano ad ogni bambino mangiato da Crono, come quella di Gaia per ogni neonato sotterrato.  Entrambe escogitano un'astuta macchinazione per superare Crono e Urano e proteggere Zeus. 

Né Rea né Gaia erano contente di vedere i loro mariti lavorare attivamente per eliminare la loro prole. Esse capirono che dovevano prendere in mano la situazione se volevano salvarli. 

La grande determinazione di Rea e l'amore incrollabile per i suoi figli le diedero la forza di opporsi a Crono, così si rivolse, proprio a Gaia e Urano, suoi genitori, per chiedere aiuto. 

Nella prossima parte esamineremo la strategia elaborata da Gaia e Urano per attuare il nuovo colpo di stato, situazione che essi avevano già affronta, ma nel frattempo si erano anche riappacificati tra di loro.
giovedì 21 settembre 2023

La mitologia greca rappresenta uno dei pilastri fondamentali della cultura occidentale. Questo intricato sistema di credenze, racconti e personaggi è stato tramandato attraverso i secoli, influenzando profondamente la storia, la simbologia, l'arte e l'antropologia dell'Occidente.

Una Storia Millenaria: Radici e Sviluppo

La mitologia greca, con le sue radici profonde nelle antiche civiltà dell'Ellade, costituisce un tesoro di racconti che si snodano tra gli dèi dell'Olimpo e gli eroi leggendari, creando un panorama ricco di significato e insegnamenti duraturi. Queste narrazioni epiche non solo raccontano storie affascinanti, ma svolgono un ruolo cruciale nell'identità culturale dell'antica Grecia e nel tessuto stesso della sua società.

Gli dèi dell'Olimpo: Portatori di Virtù Umane

Questi esseri divini personificavano non solo le forze naturali, ma anche le emozioni umane, creando un ponte tra l'umanità e il divino. Le loro avventure, intrighi e conflitti hanno offerto un'ampia panoramica delle dinamiche umane e delle virtù che gli antichi greci consideravano essenziali.

Eroi Mitici: Modello di Virtù

Parallelamente, gli eroi mitici come Ulisse, il coraggioso Ercole e il leggendario Achille, hanno incarnato virtù come la perseveranza, la forza e la lealtà. Questi eroi, nonostante fossero mortali, sono stati celebrati per le loro gesta eroiche e per la loro capacità di sfidare il destino. Le loro storie hanno ispirato i greci a cercare la grandezza e l'immortalità attraverso azioni straordinarie.

Trasmissione Orale: La Voce della Tradizione

L'oralità è stata la prima forma di diffusione di queste storie mitiche. Per secoli, rapsodi e aedi hanno tramandato questi racconti da una generazione all'altra, assicurandosi che le gesta degli dèi e degli eroi rimanessero vive e al centro della cultura greca. Questa tradizione orale ha contribuito a stabilire un profondo legame tra il popolo greco e il suo patrimonio mitico.

La Scrittura e l'Immortalità: Creare un Corpus Letterario

Tuttavia, l'apice della conservazione e della diffusione della mitologia greca è giunto con l'avvento della scrittura. Autori come Omero, autore dell'"Iliade" e dell'"Odissea", e Esiodo, noto per il suo "Teogonia," hanno fissato per iscritto queste storie epiche, creando un corpus letterario immortale. Questi scritti hanno reso accessibili a un pubblico più ampio le ricche narrazioni dell'antica Grecia, dando vita a un'importante base per la cultura e la letteratura greca.

In questo modo, la mitologia greca ha fatto molto più che narrare storie affascinanti. Ha plasmato l'identità culturale e morale del popolo greco, ha ispirato l'arte, la filosofia e la letteratura, e ha offerto un quadro di riferimento per comprendere la natura umana, le relazioni tra gli uomini e il divino, e il significato della vita stessa. La mitologia greca è un patrimonio immateriale che, anche oggi, continua a influenzare il nostro modo di pensare e di comprendere il mondo.

Simboli e Metafore: L'Influenza Simbolica

La mitologia greca ha offerto un ricco tesoro di simboli e metafore che hanno permeato la cultura occidentale. Questi simboli e metafore non hanno avuto influenza solo nella letteratura e nell'arte, ma anche in vari aspetti della società come la politica, la filosofia e la psicologia. Hanno fornito un linguaggio comune attraverso il quale le persone potevano esplorare idee e concetti complessi, rendendo la mitologia greca una fonte di ispirazione duratura per i secoli a venire. Il mito di Prometeo, ad esempio, rappresenta il conflitto tra l'umanità e il divino, gettando le basi per una profonda comprensione delle dinamiche tra gli uomini e gli dei. 

 Questo mito non solo ha plasmato la comprensione della società greca antica del rapporto tra mortali e immortali, ma continua a diffondere la sua eco anche al pubblico moderno. La storia della sfida e della punizione di Prometeo funge da ammonimento sulle conseguenze della ribellione ad un'autorità, divina o umana che sia, evidenziando al contempo il desiderio umano di conoscenza e di progresso. Questi simboli sono diventati parte integrante del nostro linguaggio, dell'arte e della filosofia, forgiando il nostro pensiero e il modo in cui interpretiamo il mondo. L'atto di Prometeo di rubare il fuoco agli dei per favorire l'umanità rappresenta la lotta per la libertà individuale e la ricerca dell'illuminazione. Il mito duraturo ci ricorda l'importanza di mettere in discussione le norme stabilite e di superare i limiti per far progredire la società. Ci ricorda che, anche di fronte a grandi avversità, gli esseri umani hanno la capacità di sfidare i limiti e di lottare per la grandezza.

L'Arte come Espressione Mitica: La Mitologia nelle Arti Visive

L'influenza della mitologia greca nell'arte è innegabile. L'antica Grecia ha prodotto un ricco corpus di miti e leggende che hanno affascinato e ispirato gli artisti per secoli. Queste storie hanno fornito agli artisti una fonte infinita di soggetti, temi e immagini, e hanno contribuito in modo significativo alla nascita e allo sviluppo dell'arte occidentale.

La scultura classica è stata particolarmente influenzata dalla mitologia greca. Le statue di dèi, eroi e miti sono state create per secoli, e molte di queste opere sono sopravvissute fino ai giorni nostri. Alcune delle opere più famose della scultura classica sono ispirate alla mitologia greca, come il David di Michelangelo e la Venere di Milo.

La pittura rinascimentale ha anche tratto ispirazione dalla mitologia greca. Artisti come Botticelli, Michelangelo e Rubens hanno dipinto scene mitologiche che sono diventate alcuni dei dipinti più iconici della storia dell'arte. Il Primavera di Botticelli, La Creazione di Adamo di Michelangelo e Le tre Grazie di Rubens sono solo alcuni esempi di dipinti rinascimentali che sono ispirati alla mitologia greca.

La Creazione di Adamo di Michelangelo

L'arte moderna e contemporanea ha continuato ad essere influenzata dalla mitologia greca. Artisti come Pablo Picasso, Salvador Dalí e Andy Warhol hanno utilizzato immagini e simboli mitologici nelle loro opere. Guernica di Picasso, La persistenza della memoria di Dalí e La Campbell's Soup Can di Warhol sono solo alcuni esempi di opere d'arte moderne e contemporanee che sono ispirate alla mitologia greca.

La persistenza della memoria di Dalí

L'influenza della mitologia greca nell'arte è profonda e duratura. I temi e i personaggi mitologici hanno ispirato gli artisti per secoli, e continuano a farlo ancora oggi. L'arte greca è una fonte inesauribile di ispirazione, e continua a ispirare nuovi artisti e a comunicare i valori e i miti dell'antica Grecia alle generazioni future.

L'Umanità e il Divino: Un'Antropologia Mitica

La mitologia greca ha avuto un impatto profondo sulla cultura dell'occidente. I miti greci raccontano le origini del mondo, le avventure degli dèi e degli eroi, e le relazioni tra gli umani e le divinità. Questi racconti sono stati tramandati per secoli attraverso la tradizione orale e la scrittura, e continuano a essere ad ispirare e ad affascinare le persone di tutto il mondo.

La mitologia greca riflette le preoccupazioni e le domande universali dell'umanità. Attraverso le storie degli dèi e degli eroi, esplora temi come la giustizia, l'amore, la vendetta e il destino. Questi racconti ci permettono di riflettere sulle sfumature della natura umana e sulle relazioni complesse tra gli esseri umani e le forze divine.

Ad esempio, il mito di Prometeo racconta la storia di un titano che ruba il fuoco agli dèi per donarlo agli umani. Questo mito esplora il tema della giustizia, in quanto Prometeo viene punito dagli dèi per il suo atto di benevolenza. Il mito di Orfeo e Euridice esplora il tema dell'amore, in quanto Orfeo cerca di riportare in vita la sua amata Euridice dal mondo dei morti. Il mito di Elena di Troia esplora il tema della vendetta, in quanto la sua bellezza scatena una guerra tra Greci e Troiani. Il mito di Ercole esplora il tema del destino, in quanto Ercole è destinato a compiere dodici fatiche impossibili.

Questi racconti ci forniscono spunti di riflessione che hanno un valore eterno per l'antropologia culturale. Ci permettono di comprendere le sfumature della natura umana e le relazioni complesse tra gli esseri umani e le forze divine. Ci aiutano a capire come le persone di culture diverse hanno affrontato le stesse domande universali.

In conclusione, la mitologia greca è un tesoro culturale inestimabile ed inestinguibile. Attraverso la sua storia millenaria, i simboli intramontabili, l'arte e l'antropologia, ci offre un'importante finestra sulla comprensione di noi stessi e del mondo che ci circonda.

Ecco alcuni esempi specifici di come la mitologia greca ha influenzato la società occidentale:

  • L'arte e la letteratura: La mitologia greca è stata una fonte di ispirazione per artisti e scrittori per secoli. Opere d'arte come la Venere di Milo e la Scuola di Atene di Raffaello sono ispirate alla mitologia greca. Opere letterarie come l'Odissea di Omero e l'Eneide di Virgilio sono basate su miti greci.
  • La religione: La mitologia greca ha avuto un'influenza significativa sullo sviluppo delle religioni occidentali. Ad esempio, il concetto di paradiso e inferno è stato influenzato dal mito di Ercole che scende nell'Ade.
  • La filosofia: La mitologia greca ha fornito materiale di riflessione per filosofi come Platone e Aristotele. Ad esempio, il mito della caverna di Platone esplora il tema della conoscenza e della realtà.
  • La scienza: La mitologia greca ha fornito un modello per la comprensione del mondo naturale. Ad esempio, il mito di Prometeo esplora il tema della scienza e della tecnologia.

La mitologia greca continuerà ad esistere finché sopravvivrà la razza umana e la sua memoria storica.